Inginocchiarsi agli Europei di calcio dovrebbe essere obbligatorio? Per me no. Chi non si inginocchia può essere considerato razzista? Per me sì

Dino Amenduni
3 min readJun 28, 2021

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Ricapitolando [tema ‘inginocchiarsi agli Europei’]

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1. Il gesto dovrebbe essere reso obbligatorio?

Secondo me no: va preservato il diritto di essere razzisti e anche di buttarla in tribuna dicendo che ‘per combattere il razzismo serve ben altro’. Questo modo di affrontare le discussioni si definisce, per l’appunto, benaltrismo, e dovrebbe prevedere — oltre al tentativo di non entrare nel merito della questione da parte di chi lo utilizza — una moratoria universale sui gesti simbolici. Perché qualsiasi gesto simbolico, da solo, non risolve i problemi, ma serve come invito alla riflessione oltre che a manifestare (come in questo caso) una vicinanza umana alle persone che sono oggetto di valutazioni razziste, che è esattamente ciò che stanno provando a fare le squadre che stanno decidendo di inginocchiarsi. Il diritto di essere razzisti deve però essere accompagnato dal diritto di poter dire a chi non si inginocchia che è razzista. Questa non è ‘dittatura del politicamente corretto’: questa è libertà di espressione, da entrambi i lati.

2. Il gesto è diventato di moda di recente?

No, ha una storia molto lunga e con numerosi ‘rinforzi’ nel tempo (sull’argomento segnalo questo articolo di Valigia Blu). Rinforzi dovuti al fatto che, ahimé, la cronaca e la storia continuano a essere intrisi di comportamenti razzisti e di scelte politiche ispirate dal razzismo.

3. Questo gesto può essere paragonato a quello imposto agli sportivi dai regimi totalitari?

Se si pensa che essere antirazzisti abbia lo stesso significato dell’adesione acritica — o dell’obbligo, perché costretti — alle scelte politiche di un regime, sì. Altrimenti è una gigantesca minchiata.

4. Ha senso il comportamento dell’Italia di inginocchiarsi un po’ contro il Galles, di non farlo affatto contro l’Austria e di farlo — forse — contro il Belgio?

No, non ha alcun senso. Dal punto di vista semiotico si sta comunicando che contro il Galles qualcuno era antirazzista e qualcuno no, che con l’Austria non fregava a nessuno di utilizzare quel gesto e che col Belgio invece il gesto va bene. Quindi in questo modo non si sta comunicando assolutamente nulla, se non il disprezzo nei confronti di chi utilizza quel gesto per lanciare un messaggio contro il razzismo. Arrivati a questo punto, sarebbe più sensato tenere il punto: se davvero si pensa che ‘inginocchiarsi non serve a niente’ non ci si inginocchia e basta.

5. Avrebbe senso inginocchiarsi contro il Belgio per ‘solidarietà nei confronti dell’altra squadra?’

Se la logica aristotelica ha ancora un minimo di senso:

- il Belgio si inginocchia contro il razzismo

- l’Italia si inginocchia per solidarietà con il Belgio

- (dunque) l’Italia si inginocchia contro il razzismo

Ma così non è, evidentemente, visto che la discussione è ancora in corso. Un abbraccio fortissimo ad Aristotele.

6. Ma è dunque tutto un disastro?

Forse no. In fondo si sarebbe potuto fare come il Galles: ognuno sceglie il da farsi in autonomia. Perché non si fa così, allora? Secondo me, per un motivo molto semplice: perché chi è razzista, di solito, non vuole che si sappia. Talvolta non ne è nemmeno del tutto consapevole (“ho tanti amici [inserire categoria discriminata a scelta]”) Quel gesto invece, mette in luce molto chiaramente chi ha voglia di esporsi sull’argomento (sfruttando la propria posizione pubblica e di potere. E dubito si possa dire che un calciatore della Nazionale, durante gli Europei, non sia in una posizione di potere) e chi no. Forse essere razzisti inizia a diventare socialmente inaccettabile. Anche questo non basta a dire che il razzismo è sconfitto, come inginocchiarsi è “solo” un gesto, così universale e generico che non avrebbe dovuto ispirare tutto sto casino di polemiche, ma è di certo un buon punto di partenza.

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Dino Amenduni
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Written by Dino Amenduni

Socio, comunicatore politico e pianificatore strategico dell’agenzia di comunicazione Proforma (www.proformaweb.it)

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