Elezioni USA 2024: Trump deve ricominciare da (quasi) zero con la comunicazione strategica

Dino Amenduni
3 min readJul 24, 2024

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Trump in queste ore così: ¯\_(ツ)_/¯

Ricordate quando ci fu l’attentato a Trump e sembrò che la campagna elettorale per le presidenziali negli Stati Uniti fosse già chiusa? È passato un sacco di tempo, mi rendo conto. E quando passa così tanto tempo le cose possono cambiare.

Ad esempio (salvo sorprese dell’ultimo secondo), nel frattempo, c’è una nuova avversaria di Trump, la vicepresidente uscente Kamala Harris.

E con ciò, il quadro strategico cambia completamente.

Adesso ci sono quattro nuove leve più un jolly per orientare la narrazione della campagna elettorale a vantaggio della candidata democratica.

1. LA PROCURATRICE CONTRO IL CONDANNATO

È la leva da usare con maggiore parsimonia, secondo me. In Italia abbiamo una marea di casi in cui l’attacco sui problemi di giustizia degli avversari politici, anche seri, si sono poi rivelati un boomerang.

2. LA PRIMA PRESIDENTE DONNA DEGLI STATI UNITI

In una campagna elettorale con una legge elettorale basata su chi vince nei singoli Stati, la componente sociodemografica dell’elettorato è cruciale e il voto femminile potrebbe essere determinante (proprio ieri Trump insisteva col fatto che il problema principale di Harris fosse il fatto che sia una donna. Non un’idea geniale)

3. KAMALA PUÒ RIPETERE L’EFFETTO-OBAMA: VINCERE ATTRAVERSO LA MAGGIORANZA DELLE MINORANZE

Oltre al vantaggio potenziale della questione di genere, Harris può risultare più attrattiva nei confronti di segmenti elettorali (minoranze etniche, religiose, voto giovanile, voto della comunità LGBT+) rispetto a Trump ma anche rispetto al Biden degli ultimi mesi.

4. HARRIS ROVESCIA LA NARRAZIONE SULL’ETÀ

Trump aveva puntato tutto sul “Biden è troppo vecchio per governare”. Adesso quello che rischia di apparire inadatto dal punto di vista psicofisico, nel confronto a due, parrebbe proprio Trump, che si è dunque costruito una narrazione autodistruttiva con le sue stesse mani (e con troppo poco tempo per ribaltarla).

Harris ha 59 anni e rappresenta un (moderato, ma esistente) elemento di ricambio generazionale rispetto sia al gruppo dirigente dei Democratici sia dei Repubblicani.

5. IL JOLLY: BIDEN UNCHAINED

Libero dalla necessità di mantenere prudenza politica per essere rieletto, Biden può utilizzare gli ultimi mesi di mandato per segnare punti importanti, a partire dalla politica estera e da provvedimenti simbolici a livello di politica interna. Inoltre Biden libera la stessa Harris dal doversi preoccupare eccessivamente di questioni non nazionali (che storicamente hanno inciso sempre poco sulle campagne elettorali americane), e quindi di renderla più efficace sulle cose che contano davvero per vincere le elezioni.

Come stamattina ha mirabilmente sintetizzato Arianna Ciccone durante una delle nostre conversazioni dell’alba: Trump e Biden erano due lottatori che erano bloccati in un abbraccio reciproco. La caduta di Biden ha fatto cadere anche Trump.

Lo dimostra la scelta — che a questo punto può essere considerata improvvida — di Vance come vice di Trump, pensata in un momento storico in cui i due blocchi contrapposti erano ben solidi (gli americani conoscono bene sia Biden sia Trump, li hanno visti governare entrambi; la quota di indecisi puri sarebbe stata minimale, mentre la componente di mobilitazione del proprio elettorato sarebbe stata decisiva). Trump ha scelto Vance per mobilitare l’estrema destra. Ora potrebbe non bastare e, anzi, il ticket composto in questo modo potrebbe essere persino controproducente.

Con lo scenario nuovo gli indecisi al centro tornano determinanti, Trump ha già fatto la sua chiamata, Harris non ancora e ha la possibilità di riempire un vuoto, spingendo ulteriormente la campagna verso lidi per lei più sicuri.

Poi, si sa, manca ancora un’infinità di tempo alle elezioni e ogni giorno può succedere qualcosa…quello che però appare certo è che Trump deve ricominciare tutto da capo dal punto di visto del posizionamento strategico della comunicazione, e non avendolo mai visto con un registro diverso da quello che ben abbiamo imparato a conoscere in questi 10 anni, non è detto che sia capace di farlo.

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Dino Amenduni
Dino Amenduni

Written by Dino Amenduni

Socio, comunicatore politico e pianificatore strategico dell’agenzia di comunicazione Proforma (www.proformaweb.it)

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